Precisazioni

I singoli post di questo "blog" del Coro Marmolada di Venezia vengono creati dai singoli coristi e/o amici che, firmandoli, assumono la responsabilità di quanto scritto.

venerdì 21 dicembre 2012

"E mi me ne so 'ndao" in youtube


"E mi me ne so 'ndao"
Canto lagunare del '600
Arm. Lucio Finco
Canta il Coro Marmolada di Venezia
Solista Giovanni Manzato (Barcherote)

martedì 18 dicembre 2012

Il "Pater noster" cantato ai Frari il 16.12.2012


Il Coro Marmolada di Venezia, diretto da Claudio Favret, esegue il "Pater noster" di Igor Strawinskij, nell'adattamento di G. Malatesta, nella Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari, ai piedi della Pala del''Assunta del Tiziano, il 16 dicembre 2012.
La ripresa è stata effettuata con una macchina fotografica digitale Canon IXUS 210. 

mercoledì 5 dicembre 2012

Il PATER NOSTER di Igor Strawinskij nel repertorio del Coro Marmolada



Dall'ultimo numero di "Marmoléda" (vedi post precedente) ecco quanto è stato scritto sul canto di recente introduzione nel repertorio del coro
Il PATER NOSTER di Igor Strawinskij
nel repertorio del Coro Marmolada

Toni Dittura e Sergio Piovesan

Quando ero in seconda media ai Cavanis, per onorare la visita del Patriarca, abbiamo imparato una Santa Messa a quattro voci, naturalmente in latino. Quando l’ab- biamo cantata (in seicento), il Rio Terà Santa Agnese era gremito di gente, che sicuramente mai aveva sentito un volume di voci di quella portata.
Molti anni più tardi, nel 1962, in occasione del cinquantenario della ricostruzione del campanile di San Marco, duemila alunni veneziani, fra i quali quelli della classe quinta, nella quale io insegnavo, hanno cantato: Torre degli avi, faro di gloria di Benedetto Marcello. Lascio a voi immaginare scenario ed effetto sonoro.
Sempre in quel periodo ho avuto la fortuna di ascoltare il Dies irae, cantato dai Frati di San Francesco del Deserto, che a quei tempi erano ancora una dozzina. L’am- biente era sicuramente più raccolto, ma la solennità e la potenza di quel brano, unite al terribile significato di quelle parole latine, hanno scolpito nella mia mente delle immagini al cui ricordo mi viene ancora la pelle d’oca.
Ma mi è venuta anche poco fa, ascoltando il mio Coro, concedetemi di considerarlo ancora il mio Coro, nella sua prima esecuzione del Pater Noster di Igor Strawinsky nella Chiesa di Altobello, in Mestre.
Ho fatto questa lunga premessa, perché l’amico Sergio invita tutti i coristi ad esprimere un’opinione sulla profonda diversità di questo brano rispetto all’abituale repertorio proprio del Marmolada e di tutti i Cori che si definiscono Alpini o comunque popolari. Io francamente non sento alcun disagio, anzi penso che cimentarsi con il Gregoriano sia un’espe- rienza che tutti i cori dovrebbero provare. Allora forse si accorgerebbero che varie melodie, che noi riteniamo nuove, hanno le radici che attingono a quelle liturgiche, che altro non sono se non la profonda voglia, anzi la necessità di usare la voce non solo per intimo compiacimento, ma anche per rivolgersi agli altri, prima fra tutti la divinità, in modo corale, cioè religioso, dal momento che  religione significa proprio unione
E per tornare al repertorio, non è forse vero che abbiamo cantato delle Ave Marie in sardo e in latino? E Lettere d’amore e Les plaisirs sont doux sono forse canti degli alpini?
Gran Dio dame ‘na barca ci ha fatto vedere la nostra Laguna, mentre nelle nostre menti avevamo lis cretis ... belle rose du printemps ...
E Bepi De Marzi ha scritto la sua più bella canzone ... e canterà più alto delle stelle ... pensando e facendoci pensare di ritrovarci in una immensa cattedrale, con le montagne per pareti e La Marmolada per altare.
Avrebbe potuto anche scriverla in Latino.                                        

Toni Dittura


*  *  *


Durante una prova, pochi mesi fa, Claudio ci disse: Proviamo questo e, detto fatto, iniziò, con una voce, a cantare Pater noster qui es in coelis; la ripeté e provò  subito con una voce. Tutti gli altri coristi ascoltavano, alcuni un po' scettici, bastava vedere le loro facce, altri incuriositi. Preparata una voce, nel giro di pochi minuti, impostò  subito un'altra e, quindi, le mise assieme. Già a due voci si capiva subito che l'armonia era qualcosa di speciale ed anche gli scettici apparvero già meno scettici. Prima di passare alle altre due voci Claudio ci rivelò che si trattava del Pater noster di Igor Stravinskij(1) nell'adattamento per voci pari virili di Gianni Malatesta. Già questa informazione servì ad entusiasmare alcuni e a rassicurare gli altri. È chiaro che lo scetticismo faceva parte del pensiero di coloro che, più di altri, sono legati al classico modo di cantare dei cori detti oggi d'ispirazione popolare e che un canto in latino, di origine gregoriana, pur se sviluppato ed armonizzato da un musicista di chiara fama, poteva sembrare un qualcosa di fuori luogo. Ma, aggiunte le altre due voci e provate solo le prime battute a coro completo, tutti si convinsero di eseguire un brano importante, un brano armonicamente molto bello e questa convinzione aumentò aggiungendo altre battute. Nel giro di altre due prove riuscimmo a completarlo, almeno per quanto riguardava la lettura e l'apprendimento grezzo delle parti, non difficili. Quello che invece comprendemmo subito fu che non bastava aver appreso le parti, ma che serviva un'assimilazione dell'assieme e, soprattutto, seguire quella che era l'interpretazione che il maestro Claudio voleva dare. E questa è appunto la difficoltà del Pater noster.
Accennavo all'origine gregoriana e questo genere musicale, si serve della parola cantata nel rivolgersi alla divinità; tale fatto non è una prerogativa della sola Chiesa Cattolica, ma di tutte le religioni costituite. La melodia del canto gregoriano deriva dalla salmodia ebraica influenzata dalle arti greca(2) e romana.
Scriveva Cicerone: "Est autem in dicendo etiam quidam cantus obscurior - C'è nella parlata un certo qual canto piuttosto indefinito". Il canto, perciò, sarebbe la veste fonica del linguaggio durante le emozioni eccezionali della sfera estetica e sentimentale; l'uomo nel comunicare con l'extrasensibile, col divino, deve trovarsi posseduto da un profondo stato emotivo e, quindi, eleva la preghiera verbale alla sonorità del canto. Il testo latino ecclesiastico con i suoi accenti già di per sé è una melodia, melodia che, trascritta con i neumi, era quasi esclusivamente ad una voce; poi il papa San Gregorio Magno(3) codificò il genere musicale che prese appunto il suo nome.
Ora tutti i coristi sono soddisfatti di questo brano, pure se di tipo diverso da quelli del nostro solito repertorio, e, anche se già eseguito durante la liturgia in ricordo dei coristi andati avanti(4), lo presenteremo ufficialmente durante i prossimi concerti di Natale sicuri del successo: la buona e bella musica, di qualsiasi tipo, è sempre valida.                 
 Sergio Piovesan
NOTE
(1) Igor' Fëdorovič Stravinskij nacque a Oranienbaum (oggi Lomonosov), nelle vicinanze di San Pietroburgo, in Russia, nel 1882. Morì a New York il 6 aprile 1971, a ottantotto anni. Per sua espressa richiesta, la sua tomba è vicina a quella del suo collaboratore di vecchia data, Diaghilev, a Venezia nell'isola di San Michele.
(2) Fino al 270 d.C. circa, il greco era la lingua ufficiale del culto cristiano. In epoca successiva il latino ebbe il sopravvento.
(3) Papa Gregorio Magno (540 - 604) sia con la rivoluzione musicale ed anche per molto altro trasformò la Chiesa da romana ad europea.
(4) 6 novembre 2012 presso la Chiesa di Altobello in Mestre.
________________________________________________________________________________________________


LA PAROLA AL MAESTRO
Claudio Favret


Martedì 6 novembre, in occasione della celebrazione liturgica in ricordo dei nostri maestri e di tutti i coristi del Marmolada andati avanti, abbiamo eseguito per la prima volta in pubblico l'ultima nostra fatica. Si tratta del celeberrimo Pater Noster di Igor Stravinsky.
Erano anni che avevo in animo di tentare di eseguire con il nostro coro un brano così impegnativo e così distante dalla classicità del nostro repertorio di canti di ispirazione popolare, ma, una serie di dubbi mi avevano sempre trattenuto dal farlo.
Il primo dubbio che mi assillava era su come avrebbero reagito i coristi a questa musicalità e sonorità così distanti dalla nostra tradizione, perché è assodato che se il nostro coro, non sente un brano, per quanto valido possa essere, non si riesce ad acquisirlo. Nel corso degli anni, e questo lo sanno bene tutti i coristi passati e presenti, è accaduto molte volte.
Un altro dubbio riguardava la capacità del coro, come diceva Lucio a proposito del Puer natus, a togliersi il cappello di alpino ed indossare mentalmente il saio che, tradotto in altre parole, sta a significare la capacità di cambiare totalmente gli schemi esecutivi ed interpretativi. Di non poco conto erano le difficoltà tecniche rappresentate in alcuni punti da dissonanze e successioni di accidenti musicali.
L'ultimo riguardava me stesso; sarei riuscito a tradurre attraverso la gestualità e le indicazioni tecniche tutto quanto necessario per eseguire in modo adeguato tale brano?
Ed una sera di fine maggio, quasi al termine della prova, ho lanciato il sasso. Ho proposto la lettura delle prime quattro battute del brano: Pater noster qui es in coelis dalle quali emerge immediatamente tutta la moderna musicalità del brano.
Direi che, quasi come per incanto, i coristi sono rimasti affascinati dalle sonorità e dalla musicalità del brano, e questo mi ha convinto a proseguire nello studio del brano.
La lettura e l'apprendimento del brano è stata molto veloce, sintomo questo di un notevole gradimento.
Conclusa l'acquisizione del brano, risultava fondamentale curarne l'esecuzione e l'interpretazione.
Ho spiegato ai coristi che Stravinsky possedeva una forte personalità ed uno stile molto originale legati alla capacità di reinterpretare e rielaborare la musica tradizionale.
In questo caso, il Pater noster tratto dalla tradizione gregoriana, pur essendo stato così modernamente rielaborato, a mio giudizio, andava eseguito rispettando la metrica del testo tipica del canto gregoriano con il massimo controllo dell'emissione sonora, la massima fusione tra le varie voci ed una dinamica musicale che non poteva rimanere vincolata nella metrica delle battute.
Abbiamo lavorato molto, ed alla fine ci siamo presentati al pubblico. Saremo riusciti nel nostro intento? Al nostro pubblico la risposta.
A conclusione di tutto quanto sopra voglio esprimere a tutti i coristi il mio ringraziamento per l'impegno e partecipazione dimostrata.
E' uscito il numero di dicembre di "Marmoléda", il notiziario del nostro coro. Dieci pagine di articoli interessanti, di notizie e di avvenimenti.
Per leggerlo e/o scaricarlo andate al link http://www.coromarmolada.it/mrmpdf/mrm201212_53_54.pdf

I suggerimenti e le critiche saranno graditi.
Buona lettura! 

domenica 2 dicembre 2012

I Concerti di Natale del Coro Marmolada di Venezia



I Concerti di Natale del Coro Marmolada di Venezia

Ritorna, come ogni anno, la stagione concertistica di Natale del Coro Marmolada di Venezia diretto da Claudio Favret. Quest'anno saranno quattro gli eventi che il complesso corale veneziano proporrà al pubblico delle città di acqua e di terra.
Gli incontri corali saranno anche l'occasione per presentare il nuovissimo CD di Natale, nonché il libro che raccoglie i testi di tutti i canti, ben 179, del repertorio del "Marmolada", dal 1949 ad oggi, libro accompagnato da un DVD sonoro contenente  tutte le tracce musicali, di ogni singola parte, di tutti i canti. Infine, non mancheranno le "sorprese" musicali del repertorio.
Il calendario degli eventi è il seguente:

·       domenica 9 dicembre, ore 16,30, presso la Chiesa Parrocchiale di S.Lucia di Tarù di Zelarino
·       domenica 16 dicembre, ore 20,45, presso la Basilica di S.Maria Gloriosa dei Frari a Venezia (*)
·       mercoledì 19 dicembre, ore 15,00, riservato agli alunni della Sc. Elem. "A.Manzoni" di Venezia
·       sabato 22 dicembre, ore 20,45, presso la Chiesa di S.Leopoldo Mandich a Favaro Veneto (*)

Info: 349-6798571 [email protected]   www.coromarmolada.it

(*) a favore del "Progetto meninos -frei Giorgio"