Di recente (17.7) è stato pubblicato
su La Stampa, a firma di Vittorio Sabadin, un articolo che parla dei benefici
fisici del cantare in un coro; il titolo dell’articolo è “Cantare incoro? Come lo yoga. Fa vivere (e respirare) meglio”. (clicca sul titolo
per leggere l’articolo).
In effetti, il sottoscritto, che canta
nel Coro Marmolada da quarantotto anni, ha riscontrato certi benefici descritti
nell’articolo e derivanti da ricerche scientifiche. Certo non mancano gli
acciacchi dell’età, però, e mi pare di riscontrarlo anche in altri componenti
il coro, questi vengono presi con una certa “filosofia” o rassegnazione.
Quello che mi ha stupito è
l’affermazione, provata scientificamente, che i cuori dei singoli coristi dopo
le prime battute, battono all’unisono; in effetti questo conferma che il coro,
pur formato da diversi individui, è un unico “corpo” che interpreta brani
musicali, che percepisce le intenzioni del direttore, ma anche che percepisce l’umore
del pubblico e che reagisce in conseguenza.
Quindi se volete vivere a lungo e bene
…. venite a cantare con noi!
Sergio Piovesan
1 commento:
Sìììì.
Nel weekend alla Virgin Radio il dj ha invitato gli ascoltatori a commentare e sono arrivate moltissime conferme in diretta di esperienze personali, seppure, visto il target, di persone che più che altro si erano goduti di partecipare ai "coretti da stadio" ai concerti o alle partite appunto.
Ma può essere sufficiente per iniziare la riflessione sul cantare insieme, questo particolarissimo spicchio del far musica insieme, ancora in grado spesso, cioè rara opportunità, di far godere d'un gesto preesistente a quello, com'è invece oggi, ormai anzitutto professionistico (per cui io non farò più musica se non sarò solo in grado di eccellere, come rileva ad es. D. J. Levitin, e si va dalla semplice dismissione di proprie primarie facoltà corporee fino a persino tragici esiti di parabole artistiche, rilevo io): sì gesto primordiale: e proprio specialissimo, perché nel canto forse al massimo si è sé stessi strumenti musicali, in esercizio psicofisico che ci voleva tanto a mettersi a studiarlo: ma è il momento: di studi neurofisiologici, speriamo con esiti salutari (per il benessere dei più anziché l'esercizio del potere di pochi); e poi nel coro entro la formidabile sfera della relazione sociale, anch'essa pratica così primaria.
E io parlerei di (amo considerare questo termine e il concetto) "disciplina sportiva" corale, sì come per un nuoto sincronizzato, non a caso anche questo entro una sfera musicale: e se da un lato l'esercizio spirituale (nel senso di psicofisico) dell'autocontrollo ha un'antica tradizione, dall'altro, appunto, gli studi sulla "realtà" della musica li vedo in divenire e crescendo d'importanza, ho fiducia nel riconoscimento (salvo in Italia, non prima d'un paio di ere geologiche) di questo così significativo e ancora poco consapevole aspetto della vita.
Come dice Benjamin Zander le persone prive di orecchio musicale sono tante di meno di quel che pensiamo
http://www.ted.com/talks/benjamin_zander_on_music_and_passion.html
È solo questione d'una scelta insomma, quella dell'esercizio sportivo, o se volete lo yoga, da affrontare: nel suo recupero s'intende meno competitivo e mercificato... oh e perché mai? perché insomma al contrario (che al servizio delle congestioni del potere) potrebbe essere ben impiegato: cioè per la pace, un mondo "immediatamente" migliore: se avete mai partecipato a sessioni di danze tradizionali (esperienza molto affine al cantare in coro) vi sarete resi conto di quanto meno doloroso ed esiziale è far l'amore anziché la guerra, un po' come considerare che darsi motivi di sorridere fa più buon sangue che (lavorare perché ci si finisca anzitutto per) prendere un calcio sui denti.
http://www.youtube.com/watch?v=YhFKkwLpbMs
http://en.wikipedia.org/wiki/Europeade
Grazie della segnalazione e lo spazio di dialogo, un saluto!
SBUMBB
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