Un canto ... un libro
"Stelutis alpinis - Storia di
una leggenda musicale"
di Sergio
Piovesan
Non
è cosa usuale che un canto, più precisamente un canto appartenente al genere "corale", ma anche "alpino", "di guerra" (ma
esistono i canti di guerra?) sia occasione di scrittura di un libro. Fu
quindi, con piacere, che quest'estate lessi sul "Messaggero Veneto",
quotidiano di Udine e del Friuli, dell'uscita di un libro intitolato "Stelutis
alpinis - Storia di una leggenda musicale" di Rocco Tedino e Mauro
Unfer di Timau, piccolo paese carnico a due passi dal confine con l'Austria.
Conoscevo
già questa copia di autori che, qualche anno prima, aveva prodotto un altro
volume, di storia locale "Il tempio
ossario di Timau", nel quale già veniva evidenziata l'importanza di "Stelutis alpinis", il famoso
canto opera di Arturo Zardini, per
la sua storia legata al locale tempio nel quale trovano riposo caduti italiani
e austriaci che persero la vita nelle operazioni belliche di cento anni fa sulle
montagne che circondano il paese.
I
due autori propongono, nella recente pubblicazione, un'analisi su come e perché
è nata questa "leggenda
musicale", ma anche su dove è nata e chi fu l'autore. Ma si scoprono
anche le vicissitudini della poesia, il testo è una vera espressione poetica, che
riscosse l'invidia di altri personaggi del mondo musicale e letterario di
allora, limitatamente -per fortuna- alla zona friulana. La creazione di strofe
apocrife e l'appassionata difesa dell'opera originaria da parte della moglie
sono altri momenti di questa storia alla quale il volume in questione sembra
abbia posto un punto fermo, una certezza sulla " ... vera verità".
Nella
presentazione che si trova all'inizio si legge che la pubblicazione "...
sembra avere i requisiti di un sintetico saggio storico e di costume, ma anche
l'agilità di un racconto. ".
Sottolineo
la presenza di un'importante e nutrita documentazione: la riproduzione del
testo originale manoscritto e della prima edizione dello spartito, le lettere
delle autorità militari che desideravano arricchire il testo con strofe più "patriottiche" ed altro; non si possono dimenticare i quadri
del pittore Marino Sopracasa, una rappresentazione pittorica di "Stelutis alpinis", che si
trova nel Presbiterio del Tempio Ossario di Timau, otto dipinti "... di mirabile espressività artistica che ripercorrono con
straordinaria efficacia i momenti intrisi di dolente umanità evocati nel poetico
canto di Zardini.".
È
un libro, quindi, che non deve mancare nelle librerie dei diversi cori "alpini"
e dei loro direttori, ma anche dei musicisti che, con le loro minime varianti,
ritengono di creare armonizzazioni che portino ad un livello musicale più alto
quello che è già sublime.
Il
volume, edito a cura dell'Istituto di Cultura Timavese, non si trova nelle
librerie e, per poterlo avere è necessario rivolgersi a Peppino Matiz a Timau,
0433 779093.
N.B.
- Nel volume si trova anche la traduzione in tedesco
Tratto dal notiziario del Coro Marmolada di Venezia
Marmoléda n.62 - Dicembre 2014